Che poi dico cose che non vorrei dire.
Mi escono parole come proiettili che hanno voce propria e non si
fermano davanti a niente. Che poi hai toccato il punto. E io mi
nascondo dalle evidenze del mondo. Dagli sguardi troppo reali e dalle
luci della città. Ho un rifugio di ossa da troppo tempo. I respiri
bloccati dall'inverno. Stai scappando e non ti fermi. Stai fuggendo e
non ascolti. Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. I
cinquanta piani stanno finendo. Il palazzo sta proprio crollando e tu
sotto stai ancora guardando il cielo come se fosse l'unico sole
possibile al mondo. Forse è tutto sbagliato. Forse no. Mentre leggi
guardati gli occhi e dimmi che vedi. Toccati il volto. Senti il
battito. Fermalo. Riparti. Fermati. Vorrei una boccata di fumo per
intasarmi i polmoni di un nulla impalpabile. Buttarsi via. Ferma il
battito. Riparti. Guardami. Ci vediamo domani. Come sempre.
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