domenica 29 novembre 2015

Fango

Ho camminato a lungo nel fango
pochi guardando le linee del mio volto
hanno colto la fatica
nessuno sa davvero
l'orlo quanto fosse vicino
l'orlo di quello che volete
un orlo sottile e precario
ho delle cicatrici addosso di quei giorni
letteralmente addosso
mi vesto consapevole
di voler vincere
di voler spendere altrove
i miei sorrisi
di voler essere
finalmente senza catene
senza freni
senza
ho colto un fiore
già senza vita
l'ho curato a fatica
avrei dovuto
lasciarlo sull'erba
errori umani
o prevedibili
non credo che qualcuno capirà
mai
non credo capirò io
non ha nemmeno importanza
se me ne vado altrove
e mi giro
per dare le spalle
a un mondo lontano
vedrò l'orizzonte
e sarà un altro cielo
quello vero

quello nostro.

giovedì 8 ottobre 2015

Polvere

Immagini e persone, riverberi di ricordi in fondo alle giornate. Viaggi e traumi, come dopo una guerra combattuta senza esclusione di colpi. Codardi in fila indiana, prendiamo la nostra razione di felicità sottovuoto. Ho ammirato, osservato e gioito, cerco l'instancabile soffio dei respiri di chi lotta. Non trovo niente, solo gocce di un liquore amaro. Distillati i nostri sogni, restano immobili.
Ingordi con il pane degli altri, certe menti raffinate sanno saziarsi di sguardi. Le mie fette di responsabilità restano ancora in mano di terzi e mi faccio vittima del mio stesso agire.
Arginare fiumi in piena, con piccole pietre. Una dopo l'altra in fila. Un mucchio di niente.
Scorze di persone che si tolgono dal marciapiede, come polvere sui mobili. Un panno e via tutto, per tornare da capo a ricostruire la memoria.
Camminare senza meta alcuna, giusto per sgranchirsi e gambe, ferme e gonfie.
Prendere pullman e metropolitane. Farsi scarrozzare da un punto all'altro della città. Vedere volti e sentire odori. Conoscere sguardi e umori. Tutto in superficie, tutto senza fine.
Torniamo stanchi, senza grandi programmi.
Spegniamo i cervelli e siamo contenti.

giovedì 3 settembre 2015

Guardare

Tra le parole e i volti sovra impressi negli sguardi dei giorni
provi a rinvenire qualche traccia sfuggente senza fine
cerchi il senso e il cervello viaggia per le strade che non percorri
c'è la scadenza, le lancette e l'abitudine
ti appoggi alle cose, se non ci fossero saresti perso
così prosegui senza sosta senza significato e senza merito
così ami collezionare giornate uguali in cui ti guardi
lo specchio parla e ti zittisce
ti metti a pensare come vivono le farfalle
ma a stento riesci a capire come fai tu a camminare
ti guardi attorno e c'è il movimento
mille vite che non conosci
possibilità che si aprono
inconsciamente ci siamo già visti
lì in quel parco, ma non capisci
una casa, una macchina o una famiglia
chi sarai la prossima volta
ci fermiamo e non afferriamo
vorrei sapere e già agire
mi limito a pensare e stare a guardare.

martedì 4 agosto 2015

Pane e marmellata

Come si sta nel basso ventre della storia?
Stiamo provando ad arrampicarci su queste pareti irte e poco solide.
A volte il viaggio ne vale la pena, altre volte sarebbe solo da tirare una bestemmia.
Non si risolve il flusso degli eventi, ma per un attimo sembra che tutto abbia almeno un senso.
Uno dei mille sensi che può avere.
Vorrei sbriciolare gli eventi, farne una poltiglia e spalmarne da qualche parte.
Che ne so sul pane.
Pane e marmellata.
La mattina e tutto riparte di nuovo, da zero.
In un attimo gli affetti ritornano, il mondo si ribalta e acquista umanità.
Ma non sarà così, in un attimo non cambia nulla o forse cambia tutto.
Intanto aspettiamo sulle sedie di vimini
e ciondoliamo con un bicchiere in mano
e qualche rotella fuori posto

che ci fa avviluppare sui nostri stessi pensieri.

domenica 19 luglio 2015

scorribande

Erano tutti lì e tutti altrove, come un unico cuore pulsante tutti in direzioni diverse, con un unico scopo si muovevano come consapevoli di un'unica coreografia da seguire un flusso di corpi e di menti che si lasciano trasportare dallo scorrere della storia ed ecco che tutti mettono il proprio contributo alla costruzione di questo piccolo mondo nessuno conosce la sensazione meglio di un amico fraterno che decide di partecipare alla danza in cui tutto ci si gioca pur di arrivare in tempo si vede all'orizzonte un motorino al lato della strada una macchina che cerca di farsi strada tra il traffico poi in un'aula ci sono degli esami in corso un rapido sguardo alla metropolitana ingolfata di gente nessuno sa che c'è un pensiero che unisce tutti questi corpi sparsi per la città e si ritrovano tutti insieme attorno ad un bar in centro qualche ora dopo le proprie scorribande cittadine fermi a guardarsi in faccia contenti di essere tutti lì

sabato 4 luglio 2015

cono di bottiglia

Lo sapete che do tutta me stessa in queste cose
e sapete anche che nel momento in cui tutto decade
nulla rimane. L'energia resta ferma sul vassoio del dessert
e bruciare tutta questa voglia non è sempre cosa facile
come se una candela dovesse smettere da sola di far andare la fiamma
senza un alito di vento
ed eccomi a cercare di spegnere il desiderio di combattere
per darmi altri obiettivi a breve termine
per cercare di non impazzire
se vi vedrò passare non sconvolgetevi se non vi saluterò
non è perchè vi odio,
ma perchè odio quello a cui aspiro
ogni il respiro vuoto e denudato della sua piccola essenza
odio il modo in cui non trovo la strada
odio la strada che è in pendenza
l'odio è sottovalutato
pensiamo di essere i più razionali del globo
siamo solo dei giocolieri con tre palle in mano
che sul monociclo tentano un equilibrio precario
pagherò tutto sto prezzo a suon di banconote
ma non chiedetemi altro
che la pazienza ha un limite

lunedì 25 maggio 2015

Corrente contro.

La mia strada si è un po' fermata a metà tra le bellezze e le brutture, è diventata una macchina da presa per vedere le imprese degli altri, un piccolo binocolo per guardare da lontano la vita che scorre sotto altri piedi. Eppure, basterebbe prendersi per mano e continuare a stringere ste mandibole, quasi da farsi sanguinare le gengive. Siamo tutti bravi con i sorrisi, appena si vede un picco di oscurità le voragini attorno non hanno fine. Sembra un po' di avere una mancanza, manca, qualcosa manca. Continueremo a guardare o capiremo che c'è un altro mondo oltre il nostro naso o solo affianco, a distanza di un centimetro. Per ora si nuota con un tot di corrente contro con qualche anima accanto che ha capito tutto.

mercoledì 1 aprile 2015

Latte versato

Volevo attraversare quel parco senza pensare, senza inondarmi l'anima di frasi e proseguire in bicicletta senza remore, così seguendo il moto delle ruote e del fruscio dell'aria tra i capelli.
Fresco di bucato sta lì, la giacca marrone. Mi fissa, tipo concedendomi un po' di compassione, ma stando severa sulle sue. È solo un attimo, di quella follia quasi impercettibile. Non so nemmeno perchè sto scrivendo, se per liberarmi o far andare le mani, così rapide e ligie su una tastiera sgangherata. Sapete, non pensavo ci si potesse accorgere di attimi passati e guardarli così bene da lontano. Stoppando col telecomando ed analizzando la scena. Tipo com'era messo quello, dove stava seduto l'altro, come si grattava la testa la tipa accanto. E io cosa dicevo? Cosa dicevo? Come agivo? Non mi piace passare in rassegna le stupidaggini, eppure ne ho fatte. E forse sono le uniche che passo davvero in rassegna, quasi godendo della mia bravura a toppare. Ed ora il momento melenso della chitarra d'accompagnamento. Non piangiamoci, dunque, sopra questo latte appena versato.
E mi dicono di no. Eppure lo vedo ovunque. Sì, quel gesto di menefreghismo verso le cose che non vorrei mai avere. Verso le persone che popolano le strade e le vie del palazzo.

Questa frase non aveva senso. 

sabato 7 febbraio 2015

Nuova

Io cos'ho vissuto
se non attimi sfuggenti
di una vita mia
a tratti
vorrei vedere e assaporare
le cose intime
nel loro insieme
come se fossero
brezze estive o venti affilati
vorrei parti intonse
o circoli artici
folle inferocite
o vicoli stretti
il bisogno di conoscere oggi
non si sazierà più
ho un'anima da nutrire 
che reclama verità
io sto qui a dormire
perchè non riesco
a prendere una direzione
fuggire nei film
e nelle immagini
non basta per un
respiro
soltanto
c'è bisogno di un piccolo fermento vitale
un languido respiro
come un circolo di
frecce che colpiscono i cuori
senza volerlo siamo qui
con le nostre etichette
e scelte
vorrei solo non averne
una figura nuova
estatica
sconosciuta e inconciliabile
con l'ambiente
così sola e
miscredente
in modo da ardere
di nuove storie
me le racconterai
e le voglio vedere
nelle strade d'asfalto e di ghiaia
delle sfere

d'argento.

venerdì 9 gennaio 2015

Liberami

Senza linfa vitale, scorre nel sangue un sapore amaro. Cambio sguardo e un anno mi sventola in faccia la sua carta. Vincente, erigersi vincente sopra uno squallido spettacolo. In un angolo crepito non capisco. Librarsi dopo tutti gli errori e gli sbattimenti senza più vincoli e ripensamenti. Colpi senza risparmiare in proiettili, tanto le armature sono fatte di latta. Ti pieghi sul suolo, solo il suono. Risate in lontananza e sorrisi sinceri. È il tempo di levare ancore da tentativi inutili di rianimare i morti. Sepolti i ricordi, raccolti insieme. Catene spezzate, un grido nell'aria. Sventola bandiera bianca nel cielo grigio della periferia.

giovedì 1 gennaio 2015

Fanculo

Per molti, molti giorni tutti uguali. Giornate stanche, giornate belle, giornate da custodire nella scatola della memoria, giornate da dimenticare. Il mio metro non sarà mai il tuo. Il nostro ci prova, ma fallisce per inerzia. Mi guardo intorno, vedo delle foto. C'è una data sotterranea che implode e schianta le sue ruote sull'asfalto. Nessuno o forse pochi hanno in mente. Magari una birra con gli amici, o una cena interessante o una dormita sul divano, una studiata senza freno.
Io tremo e ancora oggi provo e resisto al capovolgimento. Un mondo che ruota il suo asse, cambia ragion d'essere, sfiora il ridicolo e torna a tessere storie, ma al contrario. Nessuno sa e ricorderà quell'ora, quelle voci, quelle storie che cozzano l'una con l'altra e il lungo seguito di drappi bagnati.
Un anno e più di cervelli in fuga e in aria, di follie e sparatorie, di turbini e equilibri scarsi.
Un trampolino in caduta libera, un'innocenza che svezzata se la viaggia e si stacca da quella sporca mammella. Fredda la notte sotto le coperte delle teste calde. Adesso forse sorge tenue e respinto.
Clamorose cadute e vivaci corse verso il niente. Ci ricorderemo sempre di quei giorni, magari voltandoci e sbraitando o solo ridendo. Fanculo, ciao.