venerdì 22 novembre 2013

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Non saremo mai delle persone senza guai. Non saremo mai. Mi svicolo tra questi stracci lasciati per terra. Ho una vista che, oggi, attraversa le menti degli uomini. Mi addormento senza sveglie al mio ritorno. Ho fatto un viaggio e nemmeno me lo ricordo. Ho preso un aereo. Sono stata in quel posto. Comodo, non troppo. Ho visto una città dall'alto che splendeva senza prodezze. Tutta intera nella sua crudele verità. Era sola, ma piena. Tutte le vite in un circuito di luci. Poche domande, solo preoccupazioni. Ho sentito la tua voce e ormai mi sembra straniera. Sono stata bene tra tutte quelle maschere, sono stata bene tra tutte quelle finestre. Sto bene tra tutte quelle vite. Ora non so. Con pochi soldi in tasca e una mente offuscata dalla realtà. La quotidianità che è come una valanga e mi apre il petto a metà. Sto scrivendo, è come un turbine che torna dopo troppo tempo. Ho un male intenso ad una mano. Ho un tormento denso. Non trovo risposte. È banale cercarle e farle proprie. Vado al rallentatore. Voglio finire in fretta. Ardere senza un perché. Credere senza una motivazione. Voglio essere voi. Voglio essere me. È un posto senza domande è un posto senza risposte. Succede dopo troppo tempo. Siamo svegli e abbiamo le radici ben piantate. Ma siamo nomadi, in fondo e aspettiamo il prossimo aereo. Il prossimo sogno. Il prossimo giorno.

venerdì 8 novembre 2013

Pre

La nostra solitudine ha la faccia dei corpi anziani adagiati sulle sedie del mc. Io sono qui tra queste visioni acerbe e affilate, tra queste strade non troppo illuminate che accolgo in bocca l'amaro di queste pietanze e ho un clamoroso vuoto che si aggrappa al mio fiato e lo spezza senza troppi convenevoli. Le ovvietà sono strane, perché ovvie. Ma c'è un nucleo di accecante e arida verità in loro che ti stende in uno stronzo istante. Più vedo gente e più ho questo vuoto tra le palpebre; più sorridete e più annego nell'orizzonte troppo aperto di possibilità e persone.