Frutto del caos e del caso. In fin dei
conti creiamo per soccombere insieme. Respiri per morire. Scrivi per
sopravvivere. Ridiamo imbarazzati o senza pensieri. Ma poi torni
sulle orme lasciate sull'asfalto caldo e scommetti che durerà poco
tutto questo. Credo nelle battaglie ma mentre le combatto è come se
non esistessero. È un po' come rincorrere un tempo che sfugge e
riempire un attimo che non ha senso. In esso il tutto cade e si
arrampica sulle vette dei tuoi sogni. Ma non credo ci arriveremo mai.
Contando le vittorie e le sconfitte la natura vince. Io ho solo un
corpo che risponde ai riflessi delle leggi senza scheletro. Senza
anima ti rivolgi a me. Senza regole. Alla fine le abbiamo inventate
come le case e i ponti sotto cui dormiremo da grandi. Ti credi
migliore. Ti credi oltre la comprensione comune. Ma credo che il
soffio del tuo respiro segnali una carenza di ossigeno che ucciderà
tutti noi lentamente senza remore. Ogni volta che allarghi i polmoni
un giorno muore e ti aggrappi ancora ai volti delle persone che
conosci credendo che saranno eterne come le montagne e le placche.
Anch'esse frutto di leggi che svolgono incessanti il loro compito di
regole fittizie senza azione. In fin dei conti costruiamo perché non
abbiamo nulla di meglio da fare. Lavoriamo per guadagnare e comprare
torte per festeggiare la morte dei sogni e del corpo mobile che si
inchina di fronte ai mutamenti. Se fossi felice ti direi di vivere
senza pensare al fine e al limite. Ma commetterei un crimine a
rivelare l'indole che spinge ad essere anche senza regole. Abbiamo
composto carriere e spettri di carriere. Soldi e commerci sui soldi.
Siamo felici se abbiamo e se compriamo. Sono felice se ascolto e non
sento. ,muoio col giorno che viene e perdo la lucidità dei
contorni. Comprendo ma non capisco.
Ammiro ma non contemplo. Conosco il trucco, ma non lo applico.
Sorridi piangendo che è di nuovo giorno.
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