domenica 1 settembre 2013

Specchio

Mi guardo a questo specchio, ma non sono io, non ora. È come vedere un terzo soggetto di una vita che non ci sarà mai, di un'esistenza che è solo nelle nostre teste pronte ad esplodere. Come un a figura inesistente ci si rivolge a quell'immagine che davanti a noi sorride e finge di non conoscerci. Sai in questo momento non vorrei essere qua a guardarti senza poteri capire, senza potermi esprimere. Quasi rido di fronte a tale insensatezza, perché ora i limiti del giorno non reggono e si può fare quasi tutto. Eppure ci guardiamo e non siamo umani e io ti vedo, ma non provo. Sto pensando a come rincorrere questa immagine, a come fare a raggiungere lo scopo che non ho. Vorrei solo poter capire per una volta quale esito si sta evincendo all'orizzonte e, invece, sono qua che scruto le righe dell'essere e non capisco cosa possa succedere. Giro in bici per respirare e riprendere quella conoscenza del normale che altrimenti si lascerebbe sfuggire. Io non voglio essere, vorrei esistere, ma in questo lasso di tempo mi accorgo della difficoltà di apprendere il mio limite. Vorrei poterti leggere quegli occhi fragili. Sai in quel momento ho creduto di non esistere, in quel momento ho creduto di essere in un tempo senza spazio, in un tempo senza luogo, come sospeso dalle moltitudini di vite che di solito mi circondano. Vorrei solo poter dire che ti sono debitrice, ma non è così;  non succede se non nella propria mente, quindi continuo a respirare senza interpellare il tuo animo e il tuo spirito e sono qua che barcollo e non riesco a spiegarmelo, ma non trovo altra soluzione che dormire ancora in questo nuovo giorno.

Nessun commento:

Posta un commento