domenica 29 settembre 2013

storie di bande stagnate

Tra le piaghe delle giornate c'è un sussulto che sbatte a terra le coscienze. Siamo un tumulto senza fine di sguardi e occhiate strane. Non avrei voluto finire in mezzo a questo sciame senza scopo, ma alla fine, ci sguazzo senza sonno. Non colgo la differenza tra le sfumature di grigi. Sbagliare è un modo di agire che ormai si applica a questi istanti. Ho trovato un minuto di follia, tra del colore nell'aria. Un respiro sofferto, ma fermo nel tempo. In un luogo staccato. Come un cubo di eterno. Dentro ricordi e immagini scorrono, non ci sono immagini e nemmeno ricordi. È solo il corpo a decidere il ritmo ed è come un ballo senza incertezze. Non c'è un giudizio, non una fine. Solo un sentire che sgorga da queste sottili vene. E così al poco prezzo di pochi euro si spalanca l'armadio di Narnia dei nuovi pischelli. In mano la vita e poche altre preoccupazioni.

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