Senza linfa vitale, scorre nel sangue
un sapore amaro. Cambio sguardo e un anno mi sventola in faccia la
sua carta. Vincente, erigersi vincente sopra uno squallido
spettacolo. In un angolo crepito non capisco. Librarsi dopo tutti gli
errori e gli sbattimenti senza più vincoli e ripensamenti. Colpi
senza risparmiare in proiettili, tanto le armature sono fatte di
latta. Ti pieghi sul suolo, solo il suono. Risate in lontananza e
sorrisi sinceri. È il tempo di levare ancore da tentativi inutili di
rianimare i morti. Sepolti i ricordi, raccolti insieme. Catene spezzate, un grido nell'aria. Sventola bandiera bianca nel cielo grigio della periferia.
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