martedì 21 ottobre 2014

Allitterazione

La tua mente è fragile, agile. Fragranze tragiche di queste notti magiche. Respira, evira; taglia questa paranoia che si incastra tra gli strati di 'sta testa. Fresca l'aria fuori, attento ai clamori, non stiamo sugli allori e allora all'ora quanto carburi? Determinati in questa città, dritta la direzione, me la dice tutta sto gps un po' allampanato. Nato tra le radure. Scoppia la testa, colpa di 'ste arsure. Sicuramente trentaquattro gradi, fuori piove, sangue nelle vene che pompa. La cassa dietro ti frastorna, fra tornado in questa cavità del mondo. Un nodo in gola, l'ago che attraversa la pelle appena bagnata. A penna trascrivo questi svarioni in piena notte, troppe le botte ricevute; sembra un ring altro che paracadute. Pacate le signore sui viali, si sono scordate delle pene dei cari. Restano stanche, solo affossate dai drammi dei telegiornali. Te le giri le navi, le passi in rassegna le varie cabine? I ponti con l'acqua di mare sulle pupille, i passi a segno su questo pontile. Poni le mani sopra la ressa, spandi nel cielo la tua richiesta, spargi inchiostro nella tempesta, resta attaccato alla finestra. Guardo il contorno dello spazio attorno, torno sui dettagli, abbagli, piccoli intagli su questa superficie. Particolari nascosti, intrecci composti, composti i nostri sguardi, tireremo avanti, abbracciamoci perché si fa tardi.

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