Siamo nati tutti così. Senza il
bisogno di nascere, con la necessità di respirare. Senza l'angoscia
di vivere, con l'ebrezza del colore. Nuovi suoni e immagini. Tutto
così complesso e tutto così semplificato. Abbiamo mille ragioni o
non ne abbiamo nessuna. Gradiamo il sapore sulla lingua che non si
stanca di appoggiarsi. Staziona per poco, però. Va giù. Un tocco
amaro, dopo qualche sorriso. Un giorno rubato e un altro acquistato.
Un grande affare e una perdita devastante. Il trucco del mondo che ci
abbaglia ogni tanto. Graffia le lenti degli occhiali degli altri.
Oggi ho guidato senza patente. Che ebrezza importante. Sfiorare la
sconfitta della regola. Che ambizioni. Che sogni di gloria e grazia.
Due belle donne, in fondo. Grandi sguardi, che attraversano gli anni,
i tempi, i reclami e le lamentele. Le multe e le prigioni, le figure
e le delusioni. Grezza tenacia, per mantenere costante questa
sensazione nello spazio di queste quattro mura. Un'ansia nascente che
è già morta con il passo febbrile dell'alba. Soli che esplodono e
riducono tutto in frantumi che poi si incollano e si fa un vaso. Uno
di queli che c'è sempre stato. Su quel mobile che guarda il futuro e
il presente con fare altezzoso. Ma non si muove e non parla. Non si
pronuncia e non si sveglia. Grandi mosse le nostre. Come pedine su una nuova scacchiera. Senza schemi di gioco, solo respiri ignoti e
ignobili. Incredibili e fragili. Che si spezzano con l'aggredire del
vento che spiazza le occhiate che guardano il mondo di sfuggita. Gracchia la
notte, queste occhiaie sono il quadro delle ore e delle emozioni del
giorno. Si conclude il ciclo dei sorrisi e delle smorfie. Il mento si
rilassa e il collo non è più teso. Adagiato il busto sopra un
letto, le coperte tese per ammazzare il freddo che cerca di entrare.
Lo stronzo ama la compagnia, la mia.
Evitiamo troppe sgambettate in questi
posti estranei. Preferisco rimanere dove conosco il perimetro
d'azione. Non trovate che siamo un po' estranei a questo gioco?
Estraniati dalla preparazione, dalle regole e dalla precisione.
Decisioni mai prese e mai ascoltate. Ci incammineremo ancora sulle
soglie delle case d'altri. Suoniamo questi campanelli che ad aprirci
sarà il vuoto con le sue palpebre semichiuse, ma con fessure lente e
sicure che lasciano passare la luce.
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