La nostra solitudine ha la faccia dei
corpi anziani adagiati sulle sedie del mc. Io sono qui tra queste
visioni acerbe e affilate, tra queste strade non troppo illuminate
che accolgo in bocca l'amaro di queste pietanze e ho un clamoroso
vuoto che si aggrappa al mio fiato e lo spezza senza troppi
convenevoli. Le ovvietà sono strane, perché ovvie. Ma c'è un
nucleo di accecante e arida verità in loro che ti stende in uno
stronzo istante. Più vedo gente e più ho questo vuoto tra le
palpebre; più sorridete e più annego nell'orizzonte troppo aperto
di possibilità e persone.
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