Il passo lento di due occhi stanchi,
trascina un corpo, come un oggetto sfatto.
È un film in bianco e nero, senza
regole precise, né trame tessute. Siamo solamente distanti e
tocchiamo i nostri sguardi da lontano. Mille immagini si scagliano
davanti, ma si rompono in pezzi di sogni. Due gambe slanciate, scarpe
che vagano, trascinate da un incessante bisogno di movimento. Non
sanno dove vanno, scoprono nuovi spazi, scrutano altri pavimenti
piatti.
Una melodia precisa e sicura avanza. È
malinconica, come un tramonto bevuto troppo in fretta, da soli sopra
uno scoglio infinito. La testa ondeggia nell'aria della notte, un
fumo denso esce dalle bocche e danza con le nuvole bianche. Un giorno
sprecato, che cade dalle tasche del tempo, un altro tassello che
scivola tra gli scarti della noia e siamo di nuovo con la nostra
anima che viaggia in un corpo stranito. Piegati sui propri resti,
come a fondersi in un respiro unico, una massa di piccoli desideri
galleggia tra volti addormentati. Sorrisi che custodiscono pietre
grezze e taglienti, ingoiate a piccoli pezzi, senza troppi sforzi.
Così un pianeta ruota attorno a se stesso, con altre briciole di
polveri che sfidano il buio. Ruota senza pietà e cerca il suo
equilibrio. Saremo punti in lontananza senza legami stretti da
abbracci infiniti, piccoli nei su braccia in perenne movimento.
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