Non saremo mai delle persone senza
guai. Non saremo mai. Mi svicolo tra questi stracci lasciati per
terra. Ho una vista che, oggi, attraversa le menti degli uomini. Mi
addormento senza sveglie al mio ritorno. Ho fatto un viaggio e
nemmeno me lo ricordo. Ho preso un aereo. Sono stata in quel posto.
Comodo, non troppo. Ho visto una città dall'alto che splendeva senza
prodezze. Tutta intera nella sua crudele verità. Era sola, ma piena.
Tutte le vite in un circuito di luci. Poche domande, solo
preoccupazioni. Ho sentito la tua voce e ormai mi sembra straniera. Sono stata bene tra tutte quelle maschere, sono stata bene tra
tutte quelle finestre. Sto bene tra tutte quelle vite. Ora non so.
Con pochi soldi in tasca e una mente offuscata dalla realtà. La
quotidianità che è come una valanga e mi apre il petto a metà. Sto
scrivendo, è come un turbine che torna dopo troppo tempo. Ho un male
intenso ad una mano. Ho un tormento denso. Non trovo risposte. È
banale cercarle e farle proprie. Vado al rallentatore. Voglio finire
in fretta. Ardere senza un perché. Credere senza una motivazione.
Voglio essere voi. Voglio essere me. È un posto senza domande è un
posto senza risposte. Succede dopo troppo tempo. Siamo svegli e
abbiamo le radici ben piantate. Ma siamo nomadi, in fondo e
aspettiamo il prossimo aereo. Il prossimo sogno. Il prossimo giorno.
venerdì 22 novembre 2013
venerdì 8 novembre 2013
Pre
La nostra solitudine ha la faccia dei
corpi anziani adagiati sulle sedie del mc. Io sono qui tra queste
visioni acerbe e affilate, tra queste strade non troppo illuminate
che accolgo in bocca l'amaro di queste pietanze e ho un clamoroso
vuoto che si aggrappa al mio fiato e lo spezza senza troppi
convenevoli. Le ovvietà sono strane, perché ovvie. Ma c'è un
nucleo di accecante e arida verità in loro che ti stende in uno
stronzo istante. Più vedo gente e più ho questo vuoto tra le
palpebre; più sorridete e più annego nell'orizzonte troppo aperto
di possibilità e persone.
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