La violenza del corpo che si ribella che cerca una strada
per risanare l’anomalia. Sempre più saggi e desiderosi degli altri ci siamo
sentiti, come in diritto di poter dire e godere di più, perché il paesaggio è
solo nostro e le emozioni che proviamo non equivalgono a quelle di nessun
altro. Questo cielo così purpureo ha bisogno di un’anima che ci si immerga
dentro, come in un bagno caldo. Un cuore così puro e condannato insieme, a vivere
un mondo troppo grande per essere compreso, troppo pesante per essere
trasportato su queste spalle esili, ma forti, abituate a sollevare l’infinito.
Così ho compreso il tuo desiderio, il tuo bisogno di comunicare alla luce del
giorno il tuo essere così, fatta di questa carne, senza eccezioni né
falsificazioni. Forse le emozioni sono troppo grandi per essere vissute, troppo
ingombranti per essere contenute. E la piazza è lì a guardaci, come col
sospetto di aver capito qualcosa. Il vuoto degli spazi ampi riempie tutto
attorno, abbraccia come un guanto e sussurra da lontano. Tieniti stretti i
ricordi di quei giorni, alzati e balla al ritmo della tua musica suonata con
abili dita. Saremo sempre lì a sentire quel ritornello e a dimenarci senza
fatica.